Benvenuti nel Gucciverso, Parte 11. il Gucci minimal che durò un pò meno del previsto.

Il Gucci che sussurrava mentre tutti gridavano.

LE GRANDI CASE DI MODA

ilsensei

6/24/20253 min read

Dopo gli eccessi barocchi, i giardini dell’anima e le teste mozzate di Alessandro Michele, nel 2023 Gucci ha deciso che era il momento di... calmarsi.
Meno fronzoli, più tagli netti. Meno animali mitologici, più camicie ben stirate.
E così entra in scena Sabato De Sarno: napoletano, discreto, con un passato solido in Valentino e Prada e un’aria da chi ti correggerebbe l’orlo dei pantaloni con amore ma senza pietà.

Il suo incarico era chiaro: riportare Gucci alla realtà. La domanda era: il mondo era pronto per la realtà?

🎬 Atto I – "Ancora", ma non come prima

Settembre 2023: arriva la prima sfilata, donna primavera/estate 2024.
Titolo? "Ancora" – parola semplice, dolce, vagamente malinconica. Un invito a ricominciare, ma con misura.
E infatti in passerella sfilano:

  • microshorts eleganti,

  • blazer secchi e precisi,

  • borse con il morsetto e tanto cuoio lucido,

  • una palette sobria da manuale: grigio, rosso rubino, panna, nero.

Tutto ben fatto, nulla fuori posto. Un Gucci borghese, moderno, pulito.
Un invito a vestirsi per davvero. Ma anche a sognare un po’ meno.

🧊 Il grande raffreddamento

Sabato non ha mai cercato il colpo di scena: niente provocazioni, nessuna metafora teatrale.
Ha scelto la via del minimalismo emotivo, della vestibilità quotidiana, dei codici silenziosi.
Un Gucci pensato per i nuovi tempi: post-pandemia, post-esagerazione, pre-crisi del guardaroba.

E se a qualcuno sembrava troppo poco... per Sabato era abbastanza.

📉 Poi arrivarono i numeri (e il gelo)

Però, nel mondo reale, anche i sogni più ordinati devono fare i conti con le trimestrali.

Il 2024 è stato un anno difficile:

  • Le vendite scendono, anche troppo.

  • I fan della Gucci-mania storcono il naso.

  • I nuovi clienti... non arrivano in massa.

E così, da sussurro raffinato, il progetto inizia a suonare come un mormorio lontano. Non brutto. Solo... poco sentito.

L’uscita (più silenziosa della sua moda)

Nel febbraio 2025, dopo nemmeno due anni, arriva la notizia:
Sabato De Sarno lascia Gucci.
Un comunicato garbato, nessuno scandalo, nessun tweet polemico.
Solo un addio asciutto, in perfetta coerenza con il suo stile.

Al momento della sua uscita, i riflettori si spengono senza troppo rumore.
Una sfilata affidata al design team interno. E un capitolo chiuso con discrezione, come una zip ben tirata su.

🧠 Cosa ci ha lasciato Sabato?

  • Un Gucci maturo, riflessivo, meno Instagrammabile ma più concreto.

  • Il tentativo (non riuscitissimo) di disintossicare il brand dal culto dell’eccesso.

  • Collezioni pensate, ben costruite, che forse arriveranno a farsi capire più tardi — o forse mai.

Per certi versi, è stato il Gucci che ti fa vestire bene, ma che non ti fa sognare.
Un po’ come un buon architetto di interni che ti rifà la casa... ma senza tappeto volante.

📌 La moda si muove in fretta (e anche Gucci)

Il progetto De Sarno ha provato a dire che la normalità può essere rivoluzionaria, ma il pubblico sembrava ancora affamato di meraviglia.
Il risultato? Una parentesi elegante, breve, e già archiviata.

Ma nella moda, anche i sussurri contano. E a volte lasciano più traccia di un urlo.

💬 E tu? Lo avevi capito, il Gucci di Sabato?

Forse no. Forse sì, ma in ritardo.
Oppure, forse, era proprio questo il punto: non colpire, ma restare.