Benvenuti nel Gucciverso, Parte 12. Demna arriva da Gucci
cosa aspettarsi quando lo stilista non ha paura di esagerare?
LE GRANDI CASE DI MODA
ilsensei
6/24/20252 min read


Demna è il nuovo direttore creativo di Gucci.
E la domanda sorge spontanea: che piega prenderà ora il marchio più trasformista del fashion system?
Gucci, del resto, negli ultimi decenni ha cambiato volto più spesso di una popstar in tour mondiale. Ha cercato (e perso, e ritrovato) la propria identità passando da mani diverse, menti diverse e, naturalmente, proprietà diverse.
Se guardiamo alla storia recente – diciamo, gli ultimi quarant’anni – ci troviamo davanti a una sceneggiatura ben scritta ma ricca di colpi di scena. Un’altalena creativa continua, dove i registri cambiano ma il marchio resta, e resiste.
🕶️ Dal glamour al silenzio e ritorno
Si parte con Tom Ford, il texano del desiderio: lusso, sesso, pelle, provocazione. Il Gucci degli anni ’90 era un night club ben illuminato.
Poi arriva Frida Giannini, che con eleganza e rigore riporta il marchio in una comfort zone borghese, tra foulard d’archivio e borse da consiglio d’amministrazione.
La svolta successiva è targata Alessandro Michele, che riporta l’eccesso, ma con spirito diverso: queer, nerd, colto, surreale. Il passato non viene solo citato, ma mischiato, sovrapposto, esploso.
E infine, nel 2023, entra Sabato De Sarno: il Gucci delle righe dritte, del minimal raffinato, del "vestiti bene, ma senza teatrini". Uno stile elegante, composto, quasi meditativo. Forse troppo.
Insomma, come direbbero certi nonni: prima troppa carne, poi solo verdure, poi… niente cena.
👀 E ora, Demna?
Con l’arrivo da Balenciaga del designer georgiano più discusso degli ultimi anni, si apre un nuovo capitolo, che – sorpresa sorpresa – sembra voler rilanciare l’ago dell’altalena verso l’eccesso.
Chi conosce Demna sa già cosa aspettarsi:
sperimentazione spinta,
citazioni post-moda,
giochi d’identità,
sfilate provocatorie che sfidano il concetto stesso di “vestibilità”.
Ecco, il guardaroba tranquillo potrebbe anche salutarci.
📈 La storia si ripete? Sì, ma con più filtri
A guardar bene, la traiettoria Gucci sembra seguire un pattern preciso:
👉 Eccesso → sobrietà → eccesso → sobrietà... e ora di nuovo eccesso.
Un ciclo perfetto per un brand che ha fatto della trasformazione il suo tratto distintivo.
Solo che stavolta, l’eccesso ha una nuova estetica, una nuova lingua, e probabilmente nuove regole da infrangere.
✂️ In sintesi?
Con Demna, è probabile che si torni a stupire, a spiazzare, e – nel bene o nel male – a far parlare.
Aspettiamoci il contrario dell’atteso. Prepariamoci al non-lineare, al post-borghese, al Gucci che non vuole piacere a tutti, ma essere semplicemente... se stesso. O se stessi. O qualcosa che cambia identità ogni tre sfilate.
Insomma: ne vedremo delle belle.
E sì, anche delle brutte, ma tanto è moda. E nel caos, Gucci ci sguazza da sempre.






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