"Benvenuti nel Gucciverso", Parte 2: Il motivo a diamante di Gucci

L'accessorio che ha visto più cose di noi (Spoiler: è ancora sulla cresta dell’onda)

LE GRANDI CASE DI MODA

ilsensei

6/11/20253 min read

Un pattern con più storia di tua zia

C’era una volta, negli anni '30, un motivo a rombi che non voleva essere solo carino. Voleva essere GUCCI. Così nacque il motivo a diamante, o come lo chiamano i veri fashionisti: il “Diamante GG”.
Un reticolato di rombi tutti in fila, con dettagli che farebbero impallidire un tessuto IKEA. E niente, boom: eleganza immediata.

All’epoca lo usavano sulle valigie. Sai, quelle che portavi in crociera, con i guanti bianchi e la servitù. Perché se non avevi una valigia Gucci con i rombi, eri basic anche nel 1932.

E quel logo “GG”? Sì, è vintage anche lui

Prima che il monogramma “GG” diventasse il simbolo da red carpet e street style, c’è stato un momento storico: il 1944, quando nasce il logo con le due “G” incrociate — le iniziali di Guccio Gucci, fondatore e uomo con più stile in un solo nome di quanto molti abbiano in tutto l’armadio.

Immagina il contesto: l’Italia è nel pieno della guerra, ma Gucci pensa avanti. Tipo: “Ok, il mondo è un casino, ma noi prepariamo il logo per quando tornerà il glamour”.

Ed è così che, con eleganza e visione (e forse anche un po’ di sana vanità), nascono le due G intrecciate. Non solo un logo: una promessa.
Un “appena torna la pace, ci vestiamo bene — ma bene bene”.

Negli anni successivi il logo rimane sotto traccia, finché negli anni ’60 — quando il boom economico fa brillare i mocassini — il monogramma “GG” diventa ovunque: borse, cinture, foulard, forse anche l’acqua del rubinetto (ok, forse no).

Poi arriva il monogramma “GG” e fa il protagonista

Negli anni ’60, ecco che compare lui: il monogramma GG, che prende tutto il palcoscenico. Le iniziali di Guccio Gucci diventano più famose di molte influencer attuali.
Il povero motivo a diamante? Relegato a ruolo di “sorella elegante ma meno appariscente”. Ma non si offende, eh. Lui è classy.

Ma attenzione: il ritorno del re

Col tempo, il pattern è rimasto lì, nell’ombra… finché non arriva Alessandro Michele (direttore creativo con l’armadio di un museo vintage) e lo riporta sulla scena come un ex che si è messo in forma.
Ed ecco che il motivo a diamante torna su borse, giacche, scarpe, portachiavi, forse anche sulle tazzine del caffè — e ci piace!

Perché ci piace?

  • Non urla, sussurra: È il tipo elegante che ti offre il prosecco, non quello che balla sui tavoli.

  • Ha più personalità di certi reality: Non ha bisogno di gridare il suo nome. È Gucci. Si vede e basta.

  • È vintage senza sembrare vecchio: Tipo tua nonna con Instagram.

In breve?

Il motivo a diamante è come quell’amico di lunga data che non ti delude mai. Non è solo un pattern: è una dichiarazione d’intenti.
Vuoi essere elegante, ma senza sbattere in faccia a tutti il logo? Lui fa al caso tuo.
E fidati: se riesci a farlo sembrare casual, sei ufficialmente una Gucci girl inside and out.

In pratica:

  • Il logo nasce nel 1944 come biglietto da visita del fondatore.

  • Negli anni ’60 diventa superstar, tipo Elvis ma con più pelle liscia.

Ancora oggi, è il simbolo per dire “sono di classe” ma anche “mi piaccio”.