Benvenuti nella République de Chanel

Dove l’eleganza è legge, il nero è rivoluzionario e l’unica monarchia ammessa è quella del doppia C.

LE GRANDI CASE DI MODA

ilsensei

6/26/20252 min read

Ci sono stati imperi che si sono espansi con guerre e colonie. Altri con il soft power delle serie TV e dei social. Chanel ha fatto tutto questo con un tubino nero, un filo di perle e uno sguardo obliquo sotto un cappello impeccabile.

Fondata da una donna che odiava i merletti e le convenzioni, la maison Chanel è diventata molto più di una casa di moda: è una repubblica autoproclamata, con codici propri, simboli riconoscibili anche a occhi chiusi, dogmi non scritti ma scolpiti nel tweed. Qui non si tratta solo di vestiti. Qui siamo in territorio sacro. In uno Stato a parte dove vige la Costituzione dell’Eleganza e ogni dettaglio – dal bottone dorato al ruban nero – è un articolo fondamentale.

Gabrielle Chanel, che tutti chiamavano Coco tranne forse lei stessa, era molto più che una sarta con del talento. Era una visionaria, ma con ago e forbici. Una rivoluzionaria senza slogan, che ha smantellato il guardaroba femminile pezzo dopo pezzo, corsetto dopo corsetto, fino a ricostruirlo da zero. A suo modo. Un po’ garçonne, un po’ imperatrice. Sempre in anticipo di almeno una generazione.

Il bello di Chanel è che non si è mai fermata alla fondatrice. Dopo la sua morte, il brand avrebbe potuto diventare un mausoleo di stile, uno di quei templi vuoti dove tutto è museo e nulla è vivo. E invece no: nel corso degli anni, la République de Chanel ha cambiato volto, linguaggio, forma – ma senza mai perdere il controllo del proprio mito.

In questa saga sartoriale fatta di ribellioni silenziose, fantasmi glamour, tailleur da battaglia e profumi più celebri dei re di Francia, racconteremo la nascita, l’ascesa, le pause drammatiche e le rinascite della maison più iconica di sempre.

Dall’orfanotrofio di Aubazine ai saloni della rue Cambon, dalle gocce del N°5 alla cascata di camelie sulle passerelle, seguiremo le orme leggere ma inesorabili di Chanel, tra stile e strategia, tra genio e marketing.

Pronti a entrare nel mito?

Attenzione: qui la rivoluzione si fa col punto invisibile. E col fiato corto.