Esiste il sottotono neutro?
Oppure è come l’unicorno: tutti ne parlano, nessuno l’ha mai visto
ARMOCROMIA
ilsensei
7/1/20253 min read


Nel mondo dell’armocromia, il sottotono neutro è un po’ come la dieta che funziona per tutti: se esiste, è rarissimo.
I colori si dividono in caldi e freddi, punto.
È vero: ci sono persone più difficili da decifrare. Persone che sembrano sospese tra un “quasi pesca” e un “forse lavanda”. Ma anche loro, prima o poi, cascano da una parte.
Un bravo consulente del colore lo sa: nessuno è davvero neutro. Se qualcuno vi dice che lo siete, è perché non ha ancora capito bene dove piazzarvi, oppure sta cercando di prendere tempo mentre rovista nei drappi.
Dire a qualcuno “hai un sottotono neutro” equivale a dire:
“Boh. Forse. Ma non voglio sbagliarmi.”
E noi non siamo qui per i “forse”. Siamo qui per splendere.
🧪 L’equivoco nasce negli anni '80 (come tante cose discutibili)
Tutta questa confusione sul neutro arriva da un vecchio metodo che faceva furore negli anni Ottanta (quelli delle spalline, del rosa shocking e dei fondotinta arancioni): il metodo delle vene.
Forse lo conosci: si guarda il colore delle vene sul polso.
Se sono verdi, sei caldo.
Se sono blu o viola, sei freddo.
Se non riesci a capire… sei “neutro”?
Eh no.
In realtà è un metodo carino solo se sei trasparente come un’acquasantiera.
Nella vita reale, tra pelle che non è traslucida, luci sbagliate e vene troppo in profondità, risulta più un gioco d’azzardo che un’indagine cromatica.
🧵 Sottotono viso vs corpo: la doppia personalità cromatica
Un altro mito da sfatare è quello delle incongruenze tra viso e corpo.
Capita, sì: il viso sembra freddo, ma le braccia hanno un tono più dorato.
Panico? No, calma.
In armocromia si prende sempre come riferimento l’incarnato del viso, perché è quello che vogliamo valorizzare.
Non ci trucchiamo sull’avambraccio, giusto?
E poi, se proprio il contrasto è forte, esistono i fondotinta neutri, i correttori salva-vita e — udite udite — i colori giusti per ciascuna zona. Ma l'analisi si fa sul viso, sempre e comunque.
🧥 Il “neutro” del guardaroba: un altro fraintendimento
Occhio anche alla trappola linguistica: spesso si parla di "colori neutri" per definire quelli basici del guardaroba — nero, bianco, blu, beige.
Ma chiamarli “neutri” non vuol dire che vanno bene per tutti.
Il nero, ad esempio, è perfetto per chi ha colori freddi e brillanti.
Su un caldo e soft? Effetto stanchezza cronica garantito.
Stessa cosa per il beige: ce ne sono di freddi, di caldi, di rosati e di grigi. Chiamarli tutti “neutri” è come dire che tutte le minestre sono buone: dipende chi le ha cucinate.
💄 E il make-up “neutro”? Anche lì c’è da chiarire
Nel mondo beauty si usa spesso la parola “neutro”, ma è un altro tranello semantico.
Un rossetto definito "neutro" in realtà è:
Un rosa caldo per chi ha colori caldi
Un nude freddo per chi ha colori freddi
O un bel meh se non ti sta bene
Insomma: non esiste un colore che sta bene a tutti, solo perché lo chiamano neutro.
La verità è che anche i nude hanno una temperatura. E se sbagli sfumatura, sembrerai in convalescenza invece che radiosa.
🎯 In sintesi: il neutro è una scorciatoia che non porta da nessuna parte
Se senti parlare di sottotono neutro, prendi fiato, alza un sopracciglio, e chiedi: “Neutro… in che senso?”
Nell’armocromia:
O sei caldo
O sei freddo
O devi ancora fare l’analisi giusta
Ma neutro, neutro… non esiste.






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