Gucci Primavera/Estate 2025
Una sfilata tra sogno, nostalgia e contrasti
SFILATE
ilsensei
4/15/20252 min read


Alla Milano Fashion Week, Gucci ha presentato la sua collezione Primavera/Estate 2025 con una sfilata che è stata un vero viaggio sensoriale. Un pavimento rosso fuoco e luci della stessa tonalità hanno avvolto lo spazio come un tappeto rosso ideale, mentre una colonna sonora zen e rilassante ha accompagnato i vari momenti della sfilata, rendendola quasi una meditazione visiva.
Minimalismo e trasparenze
La sfilata si è aperta all’insegna della semplicità. Linee pulite, trasparenze ben calibrate e una certa leggerezza hanno definito la prima parte, con outfit che giocavano sul vedo-non-vedo senza mai scivolare nell’eccesso. Tuttavia, l’uso dell’ecopelle e lo styling delle borse – portate a spalla come sacche – non hanno convinto del tutto: un trattamento che non rende giustizia all’eleganza intrinseca dell’accessorio.
Eleganza, spacchi e nostalgia musicale
La parte centrale ha visto un'evoluzione verso l’eleganza, con abiti lunghi, e spacchi usati con originalità e grazia. A rendere il tutto ancora più suggestivo, una playlist estiva e rétro, con brani leggeri che richiamavano le musicalità degli anni ’60 e ’70 e che hanno infuso un’aria di nostalgia e leggerezza.
Giallo lime e spirito anni ’20
Con l’arrivo della seconda metà, la passerella si è accesa di giallo lime. Le silhouette sono diventate più sofisticate, accompagnate da cappelli ispirati ai ruggenti anni ’20. È stato uno dei momenti più riusciti della sfilata: un riuscito equilibrio tra ispirazione vintage e tocchi contemporanei, in un dialogo armonioso tra passato e presente.
Mix finale: tra sperimentazione e pesantezza
La parte conclusiva ha unito epoche e colori in un mix coraggioso, ma non sempre efficace. Il denim, ad esempio, è sembrato fuori luogo nel contesto primaverile della collezione, e i cappotti lunghi troppo invernali rispetto alla leggerezza iniziale.
Conclusioni: tra luci e ombre
Gucci ha messo in scena una collezione fatta di momenti alti e bassi, tra leggerezza e rigore, ironia e serietà. I passaggi più “scanzonati” sono apparsi più riusciti, mentre il finale ha un po’ smorzato l’entusiasmo iniziale. Tuttavia, la sfilata ha confermato la capacità della maison di reinventarsi restando fedele alla propria identità, offrendo una narrazione estetica che – pur imperfetta – ha lasciato il segno.
I TRE TOP DELLA COLLEZIONE
I TRE FLOP DELLA COLLEZIONE












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