Recensione della sfilata Max Mara Primavera/Estate 2025
Costumi anni ’30 e colori da novembre: una sfilata con le stagioni confuse
SFILATE
4/14/20252 min read


La sfilata Max Mara per la collezione Primavera/Estate 2025 si è distinta per una scelta scenografica interessante: le modelle hanno sfilato attraversando il pubblico, instaurando una connessione più diretta e personale con gli spettatori. Un’idea che ha sicuramente reso l’esperienza più immersiva, anche se non priva di contrasti.
La colonna sonora elettronica, pur funzionale all’atmosfera, non ha saputo sorprendere, risultando prevedibile e poco incisiva. In una stagione dove l’innovazione musicale è spesso parte integrante del racconto stilistico, questa scelta è apparsa piuttosto debole.
Dal punto di vista cromatico, la predominanza del marrone ha lasciato perplessi. Una tonalità fortemente associata all’autunno, poco in sintonia con la leggerezza e la vitalità che ci si aspetterebbe da una collezione primaverile ed estiva. Ne è derivata una passerella dal tono più cupo, che ha tolto freschezza e brio alla proposta.
Un dettaglio che ha suscitato qualche perplessità è stata la presenza evidente dei fili di reggiseni o costumi sotto alcuni look. Una scelta tecnica che ha finito per distrarre, distogliendo l’attenzione dagli abiti e dalle modelle stesse. Un errore di styling che ha inevitabilmente compromesso l’equilibrio visivo della presentazione.
La collezione ha tentato un dialogo con i costumi da bagno degli anni ’30, riproponendo mutande a vita alta reinterpretate, ma senza quella spinta innovativa che avrebbe potuto renderle davvero attuali. I riferimenti storici, se non filtrati da una visione contemporanea forte, rischiano infatti di risultare poco rilevanti.
Solo pochi outfit sono riusciti davvero a valorizzare le forme femminili attraverso tagli ben studiati, regalando attimi di autentica eleganza. Purtroppo, questi episodi si sono rivelati troppo sporadici per risollevare l’andamento complessivo dello show.
Anche la palette cromatica, dominata da grigio, verde scuro, marrone con sporadici accenti di bianco e blu, è apparsa spenta e poco estiva. La mancanza di tonalità vivaci e luminose ha contribuito a trasmettere un’energia dimessa, lontana dall’immaginario solare e dinamico che ci si aspetta da una collezione Primavera/Estate.
Nel finale, l’introduzione del bianco ha portato un leggero sollievo visivo, facendo emergere una domanda spontanea: perché non farne il filo conduttore fin dall’inizio?
In conclusione, la collezione Max Mara Primavera/Estate 2025 ha mostrato alcuni spunti interessanti, ma nel complesso non ha convinto. Le scelte cromatiche, gli elementi di styling e la reinterpretazione degli anni ’30 non sono riusciti a creare un impatto significativo. Una sfilata che, più che lasciare il segno, ha confermato quanto sia ancora necessario osare di più, con maggiore cura dei dettagli e una visione creativa più audace.
I TRE TOP DELLA COLLEZIONE
I TRE FLOP DELLA COLLEZIONE












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